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Biologo Nutrizionista

A proposito di Allergie Alimentari (i veri test diagnostici)

Ministero della Salute – Aggiornato il documento "Allergie alimentari e sicurezza del consumatore”
Per tutelare la sicurezza nutrizionale del consumatore allergico e promuovere la conoscenza del fenomeno tra gli operatori del settore alimentare, il Ministero della Salute ha aggiornato il documento "Allergie alimentari e sicurezza del consumatore - documento d’indirizzo e stato dell’arte", in base alle evoluzioni normative, scientifiche e pratiche in materia.

 

Il documento è scaricabile cliccando su questo link
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2788_allegato.pdf

In questo documento vi è un paragrafo dedicato ai test diagnostici privi di fondamento scientifico

“Per la diagnosi di Allergie Alimentari (AA) sono in commercio test diagnostici per i quali non è sufficientemente dimostrata l’efficacia o, peggio, è stata già dimostrata l’inefficacia diagnostica. Alcuni fra i più diffusi trovano però largo impiego e costringono le famiglie a costi e diagnosi errate. È indispensabile ribadire che tutti questi test, allegati nell’elenco, non hanno alcuna validità diagnostica dimostrata e determinano non solo diagnosi erronee ma anche allungamento nei tempi di vera diagnosi”.

Qui di seguito un elenco dei test non convenzionali utilizzati per la diagnosi di allergia ma privi di validazione scientifica

“ • Il test citotossico di Bryant

• Il test di provocazione e neutralizzazione sublinguale e intradermico

• La kinesiologia applicata

• Il test del riflesso cardio-auricolare

• Il Pulse test

• Il test elettrotermico o elettroagopuntura secondo Voll

• Il Vega test

• Il Sarmtest

• Il Biostrenght test e varianti

• La biorisonanza

• L’analisi del capello (Hair analysis)

• Ricerca delle IgG sieriche specifiche per alimento

• Il test per la misurazione del BAFF (Fattore attivante i linfociti B) e del PAF (Fattore attivante le piastrine) “

Questo elenco è ribadito anche dalla Società Italiana di Allergologia ed Immunologia pediatrica (SIAIP).

Ma perché allora fra la popolazione vi è il ricorso sempre più frequente di queste metodiche diagnostiche alternative? Due in effetti sono i motivi:

“…l’offerta di diagnostica allergologica sul territorio italiano, per quanto vasta, è piuttosto disomogenea per metodiche e standardizzazione e soprattutto non è in grado di fronteggiare una domanda di valutazione così imponente. Il test da carico con alimento, unico vero presidio per la diagnosi definitiva di AA è tuttora condotto solo in un ristretto numero di strutture pediatriche sia per carenza di personale, sia per mancanza di esperienza nella procedura sia per i costi e il “time consuming” che determina…. Poiché il numero di test di provocazione orale proposto nel nostro territorio è irrisorio rispetto alla richiesta, si realizzano un numero di diagnosi di AA basate sui soli test di sensibilizzazione e quindi spesso erronee. Ciò comporta da un lato diete inutilmente troppo restrittive e dall’altro la mancata eliminazione dell’alimento offendente con la persistenza dei sintomi. Le madri hanno pertanto la netta percezione di una dieta inefficace per il loro piccolo anche per quanto concerne la dieta cui, talvolta, la madre nutrice deve essere sottoposta. La persistenza dei sintomi, condiziona invariabilmente un decadimento nella qualità di vita non solo dei bambini ma di tutto il nucleo familiare. Pertanto la giustificata richiesta dei genitori di una migliore qualità di vita, porta alla ricerca, con tutte le forze e l’immaginazione, di un rimedio che possa finalmente porre fine alle loro difficoltà...

“…la crescente popolarità della medicina alternativa nel mondo occidentale e il relativo aumento di utilizzo di tali procedure.”

Le errate diagnosi causano una sovrastima di AA, portando inevitabilmente poi ad una serie di problematiche aggiuntive, oltre che a gravi conseguenze cliniche se diete inadeguate dal punto di vista nutrizionale sono protratte nel tempo :

“ • Diete di eliminazioni in bambini che non sono allergici

• Diete inadeguate dal punto di vista nutrizionale

• Diete con costo elevato per le famiglie

• Ansia e iperprotezione della famiglia che determina stress nel bambino

• Alterazione delle dinamiche relazionali familiari

• Isolamento sociale della famiglia

• Disappunto per la mancata efficacia della dieta

• Angoscia e frustrazione in caso di reazione

• Scarsa compliance e conseguente ritardata guarigione “