Sindrome X fragile: l'importanza dell'educazione alimentare familiare
Conduco una rubrica mensile di Nutrizione sul periodico La Toscana Nuova: Questo mese ho voluto centrare l'attenzione su un aspetto poco conosciuto e poco affrontato. Il valore della corretta alimentazione nell'educazione alla vita per le persone con disabilità cognitive. E' una proiezione piu' ampia, un progetto esteso di una visione nel tempo di un percorso non fine a se stesso come puo' essere la dieta, piuttosto saper comprendere quali siano i veri obiettivi, riconoscere i traguardi, circondarsi e farsi circondare di persone volenterose. Buona lettura.
L’educazione alimentare nelle disabilità cognitive
a cura di Silvia Ciani (Nutrizionista) Corinna Desiati (Psicologa), Silvia Fallani (Presidente dell'Associazione Sindrome X Fragile Toscana)
Nutrirsi è un atto istintivo, spontaneo, domato dalla percezione di uno stato di bisogno: la carenza di nutrienti. Alimentarsi invece è un atto piu’ consapevole, denso di azioni (scelta e acquisto degli ingredienti, preparazione del cibo, cottura) e pensieri (aspettative, preferenze), frutto anche delle integrazioni fra sensazioni che provengono dal corpo (il gusto, la sazietà, la digestione...) con quelle della mente (abitudini, ricordi, impulsi…). La maggior parte delle persone è spontaneamente in equilibrio grazie ai normali meccanismi che regolano le funzioni del corpo e della mente, ma vi sono persone che per vari motivi (indole, ambiente, patologia…) tendono ad alterare il proprio stato nutrizionale (malnutrizione per eccesso o per difetto) attraverso comportamenti alimentari non equilibrati e disfunzionali; è un fenomeno questo che ritroviamo purtroppo nelle persone con disabilità, che hanno un maggior rischio di sviluppare sintomi psicopatologici perché più soggette a vivere situazioni di vulnerabilità e con un minor numero di risorse psicologiche e cognitive disponibili.
E’ estremamente opportuno per queste persone che le abitudini alimentari si strutturino correttamente sin dall’infanzia; in particolare, affinchè l’educazione alimentare sia abilitante e orientata al raggiungimento della maggiore autonomia possibile, bisogna tener presente che mangiare è un comportamento appreso e che l’imitazione dei comportamenti dei familiari, opportunamente sensibilizzati e formati, può diventare una risorsa preziosa nel favorire un corretto approccio al cibo e nel migliorare la padronanza degli impulsi, Risulta necessario quindi soffermarsi a lavorare con tutta la famiglia sul piano psicologico all’interiorizzazione di uno stile di vita sano e bilanciato evitando al tempo stesso un controllo esasperato o la privazione.
La Sindrome dell' X Fragile rientra tra le patologie che necessitano di un'attenzione particolare per una sana e corretta alimentazione e per farlo c'è bisogno di una rete di professionisti che mettano la persona, fin da piccola, in condizioni di vivere il cibo in maniera serena e adeguata, attraverso il coinvolgimento della Rete Sociale (famiglia, scuola, associazioni sportive, nutrizionisti, psicologi, educatori..) senza però perdere di vista il contesto generale in cui la persona vive e l'importanza del cibo come momento di convivialità e di condivisione.
Presso lo studio artenutrizione esistono percorsi integrati fra psicologo e nutrizionista particolarmente attenti alle persone con disabilità e alle loro famiglie, con l’intento di migliorare lo stato di salute psico-fisica e di ridurre le diseguaglianze.