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Biologo Nutrizionista

Quando e come la dieta puo' prevenire la carenza di ferro

Quando vi è una cronica riduzione di ferro, si parla di anemia sideropenica: fra le cause principali nell’adulto vi è l’emorragia del tratto gastro-intestinale che puo’ anche essere molto lenta o occulta come nel caso dell’ulcera peptica o in alcuni tumori. Frequentemente, nelle donne in età fertile e soprattutto nelle adolescenti, le abbondanti mestruazioni possono essere una causa importante della carenza di ferro, provocando sintomi come stanchezza, difficoltà di concentrazione, mal di testa, già prima di sviluppare una vera e propria anemia. Anche in gravidanza possono verificarsi sintomi da carenza di ferro (perdita di capelli, tachicardia, astenia). Altre cause riguardano il deficit di assorbimento, come per gli interventi di chirurgia bariatrica, la celiachia o le malattie croniche intestinali. Il fumo è un fattore di rischio per l'anemia, ma viene spesso ignorato.

E’ stato comunque dimostrato che una alimentazione varia e sana, anche di tipo vegetariana, non è causa di carenza essendo il ferro presente in numerosi alimenti. Nel caso dell’anemia sideropenica pero’ sono necessarie sia integrazioni, per fare il cosiddetto “rifornimento”, sia alcuni accorgimenti dietetici per mantenerlo. Stabilita quindi la terapia adatta e l’integrazione opportuna con il proprio Medico, vediamo come l’alimentazione ci puo’ venire in aiuto.

Innanzi tutto dobbiamo assicurare il corretto assorbimento del ferro che ingeriamo con i cibi: quello contenuto negli alimenti di origine animale (ferro eme) è assorbito facilmente dal nostro intestino, mentre quello di origine vegetale (ferro non eme) è assorbito in quantità inferiore e con piu’ difficoltà. Possiamo pero’ facilitarne l’assorbimento se associamo a quell’alimento vegetale cibi che contengono vitamina C (agrumi, kiwi, fragole, pomodori, limone, peperoni, cavoli, broccoli, lattuga), acido malico (nella frutta, soprattutto nella mela), acido tartarico (presente nel vino bianco, nell'uva e nella frutta), acido lattico (presente nei crauti, nei latti fermentati e nei cibi fermentati in genere) e acido citrico (nel limone e negli agrumi) e, in generale,  tutti gli alimenti che, stimolando le secrezioni dello stomaco, contribuiscono a mantenere elevata l’acidità dell’ambiente digestivo (compromessa in chi, purtroppo, è costretto ad assumere farmaci gastroprotettori). Anche la vitamina A (presente soprattutto nelle albicocche e in tutte le verdure giallo-arancioni e di colore verde acceso), il complesso delle vitamine B, il rame (nella frutta secca) e la cisteina (un aminoacido presente nel pollo, nelle uova e nei legumi), contribuiscono ad aumentare l’assorbimento del ferro dei vegetali. Se poi, non associamo nello stesso pasto i cibi ricchi di calcio (latte e latticini), e di tannini (tè, caffè, cioccolato e vino) ai cibi vegetali ricchi in ferro, contribuiamo a facilitarne l’assorbimento. Alcuni alimenti di origine vegetale, come i cereali integrali, le noci e i legumi, contengono delle sostanze (i fitati) che inibiscono l'assorbimento del ferro. Si puo’ ovviare a questo inconveniente cuocendoli dopo averli lasciati a bagno in acqua tiepida e limone per alcune ore.

Gli alimenti piu’ ricchi di ferro nella forma facilmente assorbibile sono tutte le carni e soprattutto le frattaglie e le carni di cavallo; fra gli affettati: la bresaola; fra i pesci: il tonno, il merluzzo e il salmone; i molluschi (vongole, cozze, calamari, seppie, polpo); il tuorlo delle uova; i legumi (ceci, fagioli, lenticchie e soia); fra le verdure: i fiori di zucca, i peperoni e gli spinaci; fra la frutta secca: le noci e le mandorle; le erbe aromatiche, il tartufo e il prezzemolo.