Alice e la Dieta vegetariana: è sempre la scelta più giusta?
di Alice Guazzini e Silvia Ciani
Il modello alimentare vegetariano è sicuramente sano, tuttavia, come ogni tipologia di dieta, le scelte individuali possono variare ampiamente da persona a persona, portando o meno ad effetti collaterali. Tenendo conto di questa variabilità individuale, un recente studio inglese pubblicato sulla rivista BMC Medicine ( DOI: 10.1186/s12916-022-02468-0) ha evidenziato che un campione di donne di età compresa tra i 35 e i 69 anni che seguivano una dieta vegetariana avevano un maggior rischio di fratture dell’anca rispetto a quelle che seguivano un regime alimentare che comprendeva anche pesce o carne. Inoltre, sono state indagate le potenziali associazioni tra ciascun gruppo dietetico e il rischio di frattura dell'anca in base alla modifica dell’indice di massa corporea (IMC).
I regimi alimentari adottati dalle partecipanti allo studio sono stati confermati tramite un questionario sulla frequenza degli alimenti composto da 217 voci (1995-1998). Le donne in esame sono state classificate come “carnivore regolari” (se consumavano ≥ 5 porzioni/settimana), “carnivore occasionali” (se consumavano < 5 porzioni/settimana), “pescetariane” (mangiavano pesce ma non carne) o vegetariane (non mangiavano carne e pesce). In generale le donne che seguivano una dieta vegetariana avevano anche un peso corporeo inferiore rispetto a quelle che mangiavano regolarmente carne. Queste ultime, invece mostravano livelli più alti di diabete, malattie cardiovascolari, cancro, un più alto apporto di proteine, vitamina D e vitamina B12, mentre il gruppo vegetariano mostrava l'assunzione più bassa di tutti e tre i nutrienti. L’apporto totale di calcio invece non sembrava essere modificato dalla tipologia di dieta.
Sono stati utilizzati modelli di regressione di Cox per stimare le associazioni tra ciascun gruppo dietetico e il rischio di frattura dell'anca in un tempo mediano di follow-up di 22,3 anni (le fratture dell'anca sono state identificate tramite collegamento alle statistiche sugli episodi accidentali ospedalieri fino a marzo 2019). Nel campione analizzato ( 26.318 donne) sono stati osservati 822 casi di frattura dell'anca. Le pazienti vegetariane hanno mostrato 33% in più di rischio di frattura dell’anca rispetto a quelle che consumavano carne regolarmente (HR 1,33), questo rischio non è stato invece riscontrato nelle donne “pescetariane” (HR 0,97) e nemmeno in quelle che mangiavano carne, anche solo occasionalmente (HR1,00). Non c'era una chiara evidenza di modifica dell'effetto da parte del BMI in nessun gruppo (p = 0,3).
Dunque, in conclusione lo studio evidenzia che le donne vegetariane erano a più alto rischio di frattura dell'anca rispetto agli altri gruppi analizzati. Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare ciò negli uomini e nelle popolazioni non europee e per identificare i fattori responsabili della differenza di rischio osservata. Sarebbe auspicabile anche analizzare il ruolo dell'IMC, dei nutrienti abbondanti negli alimenti di origine animale, e di analizzare quali sono i fattori che guidano l’aumento del rischio di frattura (carenze nutrizionali, gestione del peso ecc) per aiutare le persone che scelgono lo stile alimentare vegetariano a fare scelte sane e consapevoli e soprattutto sotto la guida di un professionista esperto.